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Odi

I Ode
Alla Musica
In questa prima ode viene fuori l’amore dell’autore nei confronti, stavolta, non più di una persona fisica, ma di una Musa, la Musa della poesia lirica: Euterpe. Le filosofie classiche greche e tedesche qui si mischiano per concedere una meravigliosa descrizione di questa millenaria arte. E’ un primo tentativo di flettersi al pensiero romantico, con il quale l’autore gioca a doppio mazzo con qualche ancora latente retaggio medioevale.

Soave è il nostro lasciarci trasportare,
Come da un vento leggiadro e leggero,
Al suono di mille e cento fanfare
Così tutti in corsa con sguardo fiero
Noi tutti con il valore inedito
Negli ampi fiumi del nostro spirito;
E’ come un po’ volare
Questo effetto donatoci da Euterpe.
La si va ad elogiare
Questa bellezza che giammai sia turpe
11 Tramandataci dai geniali maestri.
Lungo le fila dei pini silvestri
Concorrono le nostre,
modellate e riflesse nel pensiero
depurate l’anime,
Ch’ albeggiavano mostre
Di canzoni consonanti più al vero
18 Tra le più simillime.


1-11. Il nostro lasciarci trasportare al suono di 1100 bande è piacevole, paragonabile allo scorrere di un vento dolce e leggero. Così correndo tutti insieme con fiero sguardo con un orgoglio nuovo fluiamo come gli ampi fiumi di pensieri della nostra mente; sembra come volare il fruire di questo dono ricevuto dalla Musa della musica. E questa bellezza intramontabile va elogiata, la quale ci è tramandata dei musicisti geniali del passato
12-18. Lungo i viali dei boschi ne nostre pure anime si sfidano a colpi di genialità del comporre musica, che più riuscisse a rappresentare l’assoluto fra tutte.


Sì la musica dolcemente culla,
tutti coloro ad essa abbandonati
Ricordando all’ interminata folla
Com’essa l’accompagna già da nati;
Quando le madri in fare dolcemente
Cantavan la nenia sublimemente,
Serena e caramella
Sul seno della madre così forte.
Sì forte e più che bella
L’immortal c’accompagna la consorte
29 Così la musica e la poesia stanno.
Pur sempre e dovunque, anno dopo anno.
Tutta l’arte regnano
per mezzo degli artisti adoperati
con tutta la fervente ispirazione
e natura plasmano
lasciando gli spettatori incantati
36 come può far la miglior orazione.


19-29. Così la musica culla dolcemente tutti colore che ad essa si abbandonano, la quale ricorda a tutti come accompagni ogni uomo da sempre, fin dalla più tenera età quando le madri dolcemente cantavano in modo sublime la ninna nanna serena e dolce ai propri figli posti sul loro seno forte. Così è forte più che affascinante è la poesia che immortale accompagna la consorte musica.
30-36. Sempre pure dovunque, ogni anno regnano tutte le arti per mezzo di quegli artisti dotati della più fervente ispirazione plasmando la natura lasciando sbalorditi gli spettatori come può fare solo la più grande orazione.


Questa musa dai mistici poteri
Innalza gl’intelletti al dolce senso,
Istruendo a bellezza oggi più di ieri.
Questa la Musica, convengo e penso
È colei ch’è studiata come scienza
Fruita come arte per l’intelligenza,
In tutti li quartieri
Prodotta come secolare opera
Che qualche d’uno speri
Non si assopisca anzi si rigenera
47 Più forte d’ogni grande resistenza.
Capace sì di creare alla parvenza
Che venga sempre intesa;
Come l’Amore che, seppur immenso,
racchiuso nella mente d’un sol uomo,
sia genialità resa
tra le nuvole ed i vapor d’incenso
54 tra i canti gregoriani di qual duomo.


37-47. Questa Musa dai poteri magici innalza gli intelletti alla raffinata percezione, istruendo sempre di più al bello. Penso e concludo che questa è la Musica che è studiata come scienza, fruita come arte per modellare l’intelligenza, ovunque prodotta come opera da sempre con la speranza che chiunque la conosca e riproduca, in modo più forte di qualsiasi atto di resistenza.
48-54. E’ così capace di dimostrarsi intendibile; come Dio che, seppure infinito, può essere compresa nella mente (finita) di un uomo solo, e resa una geniale opera come i canti gregoriani fruibili in qualche duomo tra i vapori dell’incenso.


Per la sua dolce o cruenta espressione,
Per la capacità innata d’istruire
Con straordinaria fonte d’emozione,
Per la rara importanza del sentire
Con l’elegantissima sua imponenza,
E per la squisita magnificenza,
O come un’invenzione,
O come reminiscenza divina
E’ in considerazione,
Anche se da per sé sempre cammina,
65 Arte e dono sì innato e naturale.
Dispiegazione pura e razionale,
e così tramandate
lei e la poesia nel tempo ad elargire,
con questa conoscenza superiore,
tutte le sussurrate
musiche che nel tempo da carpire
72 sono poste a immortal dimostrazione.


55-65. E considerata arte e dono innato e naturale per la sua dolce o cruenta espressività, per la capacità innata di insegnare emozionando straordinariamente, per la fruizione uditiva con la sua elegantissima grandezza e per la squisita magnificenza, o come invenzione o come dono divino, anche se in verità è solo opera dell’uomo.
66-72. E’ considerata anche di spiegazione pura e razionale e così insieme alla poesia è tramandata nel tempo elargendo con questa conoscenza superiore tutte le musiche eseguite che necessitano di conoscenza poste come dimostrazione imperitura.


Bellezza libera e giudizio puro,
E’ sì assoluta ed universalmente,
Salda nell’intelletto più sicuro,
Lei apparsa come spontaneamente
Vera e propria Natura rigogliosa,
fiorita nella sua virtù festosa.
E’ chi talento puro,
Tramite la natura vada a crearla,
E In modo più sicuro
La cristallina musa ora a noi parla!
83 E qui con lo spirito s’armonizza;
Tra l’ispirazione che in’ ogni piazza
Mentre lì chiunque passa
Cantar fa agli uomini allegramente
La conscia esecuzione fantasiosa
Che inibisce la massa
Ed al suon di tale opra dolcemente
90 Chiunque anche non magistralmente osa.


73-83. E’ universalmente riconosciuta come libera bellezza e giudizio puro, così intesa dal filosofo più geniale (Immanuel Kant), poiché gli apparse come vera e propria Natura rigogliosa in tutta la sua spontaneità nella sua veste festosa. E chi puro talento va a crearla modellando la natura stessa è sicuramente un messaggio diretto della musa a noi! E quindi con lo spirito umano crea un legame armonico;
84-90. Chiunque anche se non esperto prova a farne parte dolcemente sentendone il suono cantando allegramente rappresentando l’esecuzione cosciente frutto della fantasia, in occasioni date nelle piazze mentre chiunque potrebbe passare.



II Ode
XV AGOSTO
La notte tra il 14 ed il 15 Agosto, opposta alla notte tra il 31 Dicembre ed il primo di Gennaio ma con la stessa funzione, pone a festeggiare Il Ferragosto, dal nome della festa Romana Feriae Augusti istituita nel 18 a.C. per la celebrazione delle ferie in onore dell'imperatore Augusto, nella religione Cattolica si festeggia come l’Assunzione della Vergine Maria, ma negli usi comuni la si festeggia come notte di mezza estate; proprio in questa ultima accezione l’autore vuole esaltare e descrivere le caratteristiche di questa notte.

Lungi il chiaror al calar della notte
De la luna cosi fatta lontana;
V’è al dì la tramontana,
Curiosa fluisce tra di noi assopiti
Sulla piaggia distesa.
Coi pari lì a trovar gioiosa intesa
Intorno al dolce fuoco,
Morbidi si è, tra tessuti in lana,
Avvolti e infreddoliti.
Senza aver eluso giocose lotte
11 O favelle alcun poco.


1-11. Al calare della notte è lontana la luce della Luna che è posta in lontananza; nel mattino soffia il vento di Tramontana, che penetra tra noi che dormiamo sulla spiaggia estesa. Stiamo comodi con i nostri amici giocando e scherzando intorno ad un piacevole falò, tra coperte avvolti e infreddoliti. Non ci siamo privati di giochi bambineschi o di storie raccontate.


E’ la volta puntiforme e stellata
A farci da fraterno e mirabile
Tetto rischiarabile.
Soli e circondati dai nostri stessi
S’è in estiva nottata,
Ove ogn’anima pùera liberata
Disinibita parte
Nella corsa verso l’acqua immobile
Lasciando sempre impressi
Nella marinara memoria data
22 Passi d’opera d’arte.
Il sacro mare in allegra musica
Col suo frusciare d’onde sulla costa
Che lì è e sta sempre posta
Accompagnata dal vocio vicino,
Dal ligneo scoppiettare,
E da qualche chitarra in suo suonare.
Si veglia in sonnolenza
Per conceder alle menti una sosta,
Ed al cor sopraffino
Una lauta ispirazione poetica
33 Dalla dolce valenza.


12-22. E’ il cielo stellato a farci da tetto fraterno, limpido e mirabile. Si è in cuor nostro soli, ma allo stesso tempo circondati dagli amici in questa notte d’estate, dove ognuno si disinibisce e liberamente volge correndo verso l’acqua poco visibile, lasciando per sempre dei ricordi meravigliosi di queste esperienze.
23-33. Il sacro mare suona allegramente col suo frusciare di onde sulla costa immobile, insieme al vocio della gente sulla spiaggia, dallo scoppiettare dei focolai, e a qualche chitarra. Si cerca di rimanere svegli anche quando ci si riposa per dare anche il tempo di rendersi conto della condizioni piacevole in cui ognuno si trova, per dare a qualcuno una ispirazione poetica in modo dolce.

Dopo gioia festosa della sera,
Alla lucente mezzanotte giunta,
Nel cielo sono in punta
Tutti i color de fuochi d’artificio.
Corre la folla insieme
Verso l’oscuro che nessuno teme,
Verso il tenebro mare,
Verso l’eccitante ed in fin raggiunta
Acqua fresca che auspicio
Sta per la caldissima estate intera,
44 che vita a rinfrancare.
E così tra le chiacchiere s’aspetta.
S’aspettano le prime luci bionde
Provenienti dalle onde,
Dietro il mare ed anche oltre l’orizzonte.
Scompaiono le stelle,
sì cristalline luccicanti e belle;
Ci ricopre la luce.
Sorge d’arancio dalle chiare sponde,
E l’antistante Monte,
anche ad esso s’illumina la vetta,
55 E al dì ci riconduce.


34-44. Dopo la festa della sera prima serata, giunti ad una mezzanotte illuminata, nel cielo si possono apprezzare i colori dei fuochi d’artificio. La folla inizia a correre insieme verso il mare oscuro che nessuno teme, verso questo così avvolto dalle tenebre, vero l’eccitante acqua fresca infine raggiunta, che sta come auspicio per rinfrescare la lunga estate caldissima che ancora sta per arrivare, per rinfrancare le nostre aspettative.
45-55. E così si aspetta tra i dialoghi. Si aspettano le prime luci del mattino provenienti da dietro le onde, da dietro il mare e l’orizzonte. Le stelle diventano sempre più indistinguibili che prima invece si potevano ben apprezzare; La luce ci ricopre. Sorge il sole con un colore arancione dal chiaro mare, il quale illumina anche il Monte (Etna) che si trova alle nostre spalle, ed al nuovo giorno ci conduce.



III Ode
RISVEGLIO
Il risveglio è una fase della vita e della giornata in cui non ancora prendiamo piena coscienza di ciò che ci circonda, di ciò che ci è accaduto ultimamente, di ciò che vediamo. Si può essere disorientati, si può credere di sognare, non ci si rende conto dell’orario, e del resto, e questo soprattutto quando non abbiamo nessuna sveglia preposta, quando ci svegliamo naturalmente, quando il nostro fisico svolge naturalmente il suo corso, quando finiamo di sognare, quando siamo ansiosi. Questo componimento descrive il passaggio meno brusco, più piacevole possibile, il risveglio ideale che non accenna differenza tra sogno e realtà, accompagnando verso la giornata nel modo più dolce.

Avvolto a una tale sacra atmosfera
Mi ritrovo ai miei sensi,
Dal sonno accompagnato.
Si sta poggiati in attesa e in pace,
lì ancora semidesti.
Disteso in una naturale conca
Scavata nella roccia del vulcano
In fondo alla caverna
In prossimità il mare.
Chiusa, e confortevole sospira
I dolci venti di onde marinare
Accompagnan frusciando
13 Lo scorrere dell’acqua nella conca.


1-13. Mi ritrovo a sentirmi avvolto ad una sacra atmosfera tale che il sonno m’accompagna. Sto appoggiato in pace aspettando lì ancora mezzo sveglio. Disteso in una vasca naturale scavata nella roccia lavica in fondo ad una caverna vicino al mare. Mi protegge ed il vento confortevole soffia dalle onde del mare le quali accompagnano frusciando lo scorrere dell’acqua che riempie la mia vasca.


Si riempie la mia vasca di basalto,
Con piacevolissima,
Cullante e calda pioggia.
Morbida mi travolge e delicata,
Scivola lei sui marmi e sulla pelle,
E così pian mi desta;
Corre dalla conca all’entrata grande
Una sabbia più chiara,
Arrivando dalla piaggia del mare.
Rivolgo la mia destra a tale luce,
la mia sinistra al tiepido sgorgare,
Ed intravedo versi
Di luce sulla negra ed irta roccia,
27 Rifratti azzurro e verde.
Respiro fragranze,
Profumi e odori di piante e cortecce,
Sali e dolci saponi.
Benedetta tale falda termale,
Benedetta sia Ancora!
Mi rilassa e ridesta
Tale culla in tutta la mia figura,
Mi trascina al mattino dolcemente
E spesso non c’è meglio
D’avere nel suo farsi
Un così meraviglioso risveglio
39 Dal quale levigarsi.


14-27. La mia vasca in pietra lavica si riempie con piacevolissima cullante acqua calda. Delicata e morbida mi circonda e scivola sulla pietra e su di me, e pian piano mi risveglia; Si nota posta dalla mia vasca all’entrata della grotta una sabbia più chiara, che giunge sino alla spiaggia antistante. Mi volgo a destra e vedo la luce derivante dalla spiaggia, a sinistra vedo invece lo sgorgare dell’acqua calda, e mi accorgo di fasci di luce che si proiettano sulla parete della grotta, con tonalità azzurre e verdi.
28-39. Posso percepire fragranze, profumi ed odori di piante, alberi, Sali e saponi dolci. Sia benedetta questa fonte termale, e lo sia ancora! Questa mi rilassa e mi risveglia interamente, mi dirige verso il mattino dolcemente e spesso non c’è cosa migliore di avere nel suo procedere un risveglio così meraviglioso dal quale coccolarsi.